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eziandio i limiti di curve e di pendenze e la entità della spesa. E questi studj vennero spinti lino al dettaglio nella tratta irta di maggiori difficoltà tecniche tra Bolzano e Bressanone sullo scorcio del 1857 e nella primavera del 1858, quando s’intavolarono le trattative di cessione delle strade meridionali dello Stato alla nuova potente società, che coadiuvata dagli studi stessi, potè con piena cognizione di causa assumersi anche la esecuzione di questo tronco fra gli altri molti a cui si è obbligata entro un determinato periodo di tempo.

Il Brennero, l’antico Pirenus (parola generica che per la somiglianza che tiene coll’appellativo di Pirenei dato alla catena alpina che divide la Spagna dalla Francia, pare si applicasse dai Celti alle più alte corone di monti), è il nome di una cima elevata che si slancia alla estremità orientale delle alpi retiche; ed il colle che da lei si chiama passo del Brennero segna il confine tra le alpi retiche e le carniche e le noriche, che stendono le loro diramazioni nell’Austria, nella Stiria e nell’Illirico. Esso si eleva sul mare soli m. 1368 e forma il punto culminante dove hanno origine comune la vallata dell’Eisack, italianamente detto Isarco, che scende nella direzione del mezzodì a sboccare nella val d’Adige sotto Bolzano, e la vallata del Sill che a settentrione scarica dopo breve corso nell’Inn presso Innsbruck.

La comodità di queste vallate facilmente praticabili, ad eccezione di poche tratte, la moderata elevazione del varco, ed infine la pochezza delle nevi che d’ordinario lo ingombrano, lo resero noto e frequentato fin dagli antichi tempi. Da un cenno di Aristotele 1, riportato dagli scrittori locali, pare che fosse noto agli Etruschi, che per questa da essi chiamata via sacra perchè posta sotto la protezione

  1. De mirabilibus auscultationibus, § 86-111.