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Ma oramai le strade comuni dopo la introduzione delle ferrovie e l’applicazione alle stesse della locomotiva sono diventate mezzi troppo inefficaci ai bisogni del commercio, e la necessità di avvantaggiare in tempo ed in dispendio, ha fatto rivolgere il pensiero dello statista e gli studj degli uomini d’arte a trovare attraverso quella barriera un varco praticabile alle locomotive. Una linea retta tirata sulla carta da Milano al lago di Costanza, taglia precisamente il colle della Spluga. La Spluga sarebbe quindi il passo il più diretto ed il più breve da tentarsi per congiungere il centro del commercio italiano col centro del commercio di oltre alpe. Desso infatti accessibile con poca pendenza fino oltre Chiavenna nel versante Italiano, e fino a Thusis nel versante Germanico, non lascerebbe che una tratta di cinquanta chilometri, misurata nella sua projezione, di traversata alpina. Se non che la natura interponendo in questo breve spazio un colle granitico alto ben m. 2117, mentre Chiavenna sta a soli m. 332, e Thusis a m. 719 sul livello del mare, senza vallate laterali dove trovare sviluppo di linea, e colla vallata principale del Reno famosa per l’orridezza degli stretti suoi burroni che procacciò alla via postale ricavatavi con miracolo d’arte l’appellativo di via mala, ha resa impossibile questa direzione.

Le più celebrate autorità tecniche furono chiamate a studiare gli altri passi più prossimi alla Spluga, il Gottardo (m. 2111), il Lucomagno (1865), il Settimo (2390)1. Il parere dato da Stephenson di fermare le ferrovie al piede delle alpi servendosi dei piani inclinati mossi dalle abbondanti e perenni sorgenti d’acqua che somministrano dovunque le stesse, parve sentenza troppo dura ed insufficiente

  1. I passo del Giulio (m. 2036) mette Chiavenna per la val Bregaglia in comunicazione colla val dell’Inn. Per passare da questa alla val del Reno occorre varcare il monte Settimo.