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i telegrafi e le ferrovie di Torino, di Genova, dei Ducati e della Venezia colà concorrono come a loro meta principale.

Ma questo importantissimo scalo ha dietro di sè una barriera di monti che fanno saldissimo ostacolo alle sue transazioni col centro del continente, e lo disgiungono bruscamente dai grandi mercati europei e dalla gran via commerciale segnata dal lago di Costanza e dal Reno, e questa è la catena delle alpi retiche o centrali, il gruppo più alto e più aspro di tutta Europa, i cui pioventi si diramano pel Reno all’Oceano, per l’Inn al Danubio ed al Mar Nero, per l’Adda ed il Ticino all’Adriatico, e per il Rodano al Mediterraneo. Le due gran vallate dell’Inn e del Rodano che con pendenze fra loro opposte corrono parallele alla gran valle del Po, si annodano al centro di questo gruppo il quale a settentrione irradia a guisa di ventaglio una moltitudine di vallate minori che precipitano e raccolgonsi nel gran semicerchio descritto dal Reno fra Coira e Basilea segnando i confini della Svizzera.

Molte vie vennero solcate dall’uomo a traverso le dirupate valli che han capo a queste ghiacciate cime, per mettere in comunicazione questa settentrional parte d’Italia colla Germania meridionale, e traccie materiali e linguistiche tuttavia si conservano de’ tempi etruschi e romani. Quelle del Gottardo, del Lucomagno, del San Bernardino, della Spluga, del Giulio, del Settimo, comunicano direttamente coll’ampio dominio del Reno, mentre le vie del Sempione, del piccolo e del grande San Bernardo e del Moncenisio da una parte, del Bernina, del Finstermintz e del Brennero dall’altra parte, segnano i principali varchi nelle valli del Rodano e dell’Inn, le quali per giungere al centro di Europa trovansi dicontro un’altra e non meno elevata catena di monti da superare, vale a dire le grandi alpi dell’Oberland Bernese e quelle che separano il Tirolo tedesco dalla Baviera.