Io risi, tanto che fermammo il passo,
e ridendo pensai questo pensiero: 33Oimè! La Gloria! un corridoio basso,
tre ceste, un canterano dell’Impero,
la brutta effigie incorniciata in nero 36e sotto il nome di Torquato Tasso!
Allora, quasi a voce che richiama,
esplorai la pianura autunnale 39dall’abbaino secentista, ovale,
a telaietti fitti, ove la trama
del vetro deformava il panorama 42come un antico smalto innaturale.
Non vero (e bello) come in uno smalto
a zone quadre, apparve il Canavese: 45Ivrea turrita, i colli di Montalto,
la Serra dritta, gli alberi, le chiese;
e il mio sogno di pace si protese 48da quel rifugio luminoso ed alto.