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60 La signorina Felicita

ii.


Quel tuo buon padre - in fama d’usuraio -
quasi bifolco, m’accoglieva senza
3inquietarsi della mia frequenza,
mi parlava dell’uve e del massaio,
mi confidava certo antico guaio
6notarile, con somma deferenza.

«Senta, avvocato....» E mi traeva inqueto
nel salone, talvolta, con un atto
9che leggeva lentissimo, in segreto.
Io l’ascoltavo docile, distratto
da quell’odor d’inchiostro putrefatto,
12da quel disegno strano del tappeto,