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664 | I Vicerè |
mascalzoni, Baldassarre ammesso alla tavola del principe che prima aveva servito: Lucrezia le aveva narrato ogni cosa, per vendicarsi, per ruinare Consalvo, per portargli via l’eredità. E donna Ferdinanda aveva sentito rimescolarsi il vecchio sangue degli Uzeda, dallo sdegno, dall’ira; ma adesso era ammalata, l’egoismo della vecchiaia e dell’infermità temperava i suoi bollori. E Consalvo veniva a trovarla; dunque s’umiliava, le dava questa soddisfazione negatale per tanto tempo. Poi, nonostante le apostasie e i vituperii, egli era tuttavia il principe di Francalanza, Il capo della casa, il suo protetto d’una volta.... «Lascialo entrare....»
Egli le andò incontro premurosamente, si chinò sul lettuccio di ferro, quello di tant’anni addietro, e domandò:
— Zia, come sta?
Ella fece solo un gesto ambiguo col capo.
— Ha febbre? Mi lasci sentire il polso.... No, soltanto un po’ di calore. Che cosa ha preso? Ha chiamato un dottore?
— I dottori sono altrettanti asini, — gli rispose brevemente, voltandosi con la faccia contro il muro.
— Vostra Eccellenza ha ragione.... sanno ben poco.... ma qualcosa più di noi sanno pure.... Perchè non curarsi in principio?
La vecchia rispose con uno scoppio di tosse cavernosa che finì con uno scaracchio giallastro.
— Ha la tosse e non prende nulla! Le porterò io certe pastiglie che sono davvero miracolose. Mi promette di prenderle?
Donna Ferdinanda fece il solito cenno col capo.
— Io non sapevo nulla, altrimenti sarei venuto prima. M’hanno detto che Vostra Eccellenza stava poco bene a momenti, in casa Radalì.... Sa che mia sorella è andata oggi a vedere la Serva di Dio, quella di cui si narrano tante cose? È andata col Vicario, lei solamente ha avuto il permesso. Pare che sia un favore insigne.... Vostra Eccellenza crede a tutto ciò che si narra?