Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
636 | I Vicerè |
digio avveratosi in persona d’una contadina di Belpasso; ma Teresa, senza aspettare la sua risposta:
— È un’umile contadinella, — proseguì, — che vive in una casupola, col padre e la madre, nelle campagne di Belpasso. È stata sempre religiosissima, ma da qualche tempo si manifestano in lei i segni della Grazia. Tutti i venerdì, dopo esser rimasta tre ore in ginocchio, le appariscono sul corpo le stimmate di Nostro Signore; ella esala un odore d’incenso soavissimo e dalle sue labbra....
— Questi li chiami segni della Grazia? Sono fenomeni isterici!
Teresa tacque un poco, con la stessa espressione dell’indulgenza che s’accorda ai poveri ignoranti.
— Se fossero fenomeni isterici, i dottori l’avrebbero curata. Invece, nessuno di quelli che l’hanno vista ha saputo spiegare queste manifestazioni; tutti i loro pretesi rimedi sono stati inefficaci.
— Vuol dire che hanno chiamato dottori asini....
— No, i più riputati!... Sulla fronte le appare una macchia rossa in forma di croce, sul costato la figura del giglio.... A voce più bassa aggiunse: — Monsignore andrà a visitarla.
— Vedrà anche il costato?
Ella si trasse indietro, i suoi sguardi espressero uno sdegnato biasimo.
— Consalvo! Sai che mi duole udirti parlare così....
— Andiamo! Non si può scherzare?... Ma tu credi sul serio?....
— Credo, — rispose brevemente.
Egli la considerò un poco. Voleva dire: «A chi la dài a intendere?... Sei ammattita come tutti i nostri?...» Ma non era venuto per questo.
— Delle elezioni, dunque, non parlate?
— No. Sono quistioni che io non capisco; e poi, la Chiesa non partecipa a queste lotte.
— Nè eletti nè elettori, eh? Eppure i tuoi Padri spirituali si danno un gran da fare per un certo avvocato....