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586 I Vicerè

parecchie notti nelle terre della Balata, nel fitto della malaria: «Ho paura che sia di quella buona: sarebbe peggio d’una schioppettata.» La principessa Graziella protestava: «Ma che! Le male nuove le porta il vento!... Se gli hanno dato il chinino a tempo, non c’è pericolo!»

Fino a mezzogiorno non venne nulla. Ella stessa voleva fare un dispaccio per sollecitar la risposta; ma, comunicata l’idea alla madrigna, questa rispose che non le pareva il caso, che era meglio aspettare.

Nel pomeriggio restò di nuovo sola. I tristi pensieri tornarono ad assalirla. Per combatterli, per discacciarli, si mise in orazione. Pregando, pensò alla Beata, alle lampade votive ardenti nella sua cappella. Colla veste che indossava, buttatosi soltanto uno scialle sulle spalle, accompagnata dalla cameriera, si fece portare in carrozza chiusa ai Cappuccini. Sotto l’altare stava sempre la secolare cassa mortuaria, l’oggetto dei suoi terrori. Ella ne sostenne la vista, giunse le mani, invocò dalla santa parente la salute del poveretto, e ordinò al sagrestano d’accendere una lampada perpetua. Tornata a casa, non trovò nulla, ma uno squillo di campanello la fece trasalire: forse era il dispaccio. Era invece un usciere municipale mandato da Consalvo, il quale voleva sapere le novità.... Ella schiuse una finestra, avendo bisogno d’aria. Tornando in camera sua, cadde sopra una seggiola, col viso nascosto tra le mani. Era morto. Michele non le dava la notizia funesta per riguardo del suo stato. E a un tratto, il passato le tornò tutto alla memoria: ella lo rivide come lo aveva conosciuto, come lo aveva amato: udì la sua voce dolce quando le aveva domandato: «Teresa, Teresa, mi vuoi bene?...» e con gli occhi aridi, con voce strozzata, ella riconobbe: «Sì, l’ho ucciso io!... Per me ha mutato vita... è andato a seppellirsi laggiù... ha trovato la morte!...»

Sorse in piedi. Se qualcuno l’avesse udita?... Le creature dormivano; ella era sola. E i dolorosi, i malvagi pensieri tornarono ad assalirla. Non era stata la sola, erano stati anche, e più, tutti quegli altri! La sua