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la stoffa d’un ministro!» cominciavano a dire in città; ma se udiva queste cose, egli scrollava le spalle, con un sorriso mezzo di compiacimento, mezzo di modestia, quasi a significare: «Grazie della buona opinione che avete di me; ma ci vuol altro!»

Così egli si teneva bene con tutti, raccoglieva lodi da ogni parte. Quelli che s’accorgevano del suo giuoco e lo denunziavano, o non erano creduti, o erano sospettati d’invidia o di malignità, o finalmente, se trovavano credito, sentivano rispondersi: «Fanno tutti così, in questi tempi d’armeggio! Il principino ha questo di vantaggio, che è ricco e non ha da ingrassarsi alle spalle nostre!» Ma gli oppositori più vivaci non mancavano. Come trasformavasi materialmente, la città prendeva anche moralmente un nuovo indirizzo. La popolarità del vecchio duca andava scemando di giorno in giorno; il Circolo Nazionale, che aveva spadroneggiato, perdeva sempre più credito. Le nuove società popolari non ne avevano ancora, ma le riforme promesse dalla Sinistra l’avrebbero loro conferito: frattanto, alla discussione dei negozii pubblici partecipavano classi e persone dapprima incapaci di comprenderne nulla. Anche la stampa era più ardita, se non più libera, e trattava con pochi riguardi gli antichi spadroneggiatori. Il principino, fiutando il vento, sfoggiava coi democratici le sue idee di democrazia. A udirlo, la libertà, l’eguaglianza scritte nelle leggi erano ancora un mito: avevano cullato il popolo nell’opinione che le antiche barriere fossero state infrante; ma i privilegi esistevano sempre ed erano soltanto d’altra natura. Avevano largito il diritto del voto, e questo era parso una rivoluzione; ma quanti godevano di cotesto diritto? Bisognava dunque farne un’altra, «legale e morale,» per estenderlo a tutti. La parola «rivoluzione» gli scottava le labbra e gli faceva tremare il cuore; e il desiderio intimo, sincero, ardente dell’animo suo era che vi fosse un numero di carabinieri doppio di quello dei cittadini; ma poichè il vento soffiava da un’altra parte, egli cercava la compagnia dei radicali più noti per dir