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558 | I Vicerè |
gliergli il cuore impetrato... Ma l’ora sua era suonata, e il Signore avea stabilito di donargli non l’effimera salute del corpo, ma sì quella dell’anima... Il vecchiardo, tra le cure della Beata, al lieve mormorìo delle preci che Essa mormorava, entrava in agonìa. Ma la sua agonia non aveva nulla di terribile; anzi pareva a lui d’esser risanato del tutto, e udire musiche ineffabili, e respirare profumi soavissimi, laddove poco innanzi marciva nel lezzo e avea rotta tutta la persona... E un sorriso di contento gli schiudeva la bocca, mentre le sue labbra mormoravano: «Chi sei tu dunque che non mi respingesti e mi ridoni la vita?... «E la Beata rispose: «Guardami in viso.»
«Allora avvenne più grande prodigio. Gli occhi del cieco si schiusero: egli riconobbe sua moglie, la donna che aveva maltrattata ed offesa, e che sola lo proteggeva nella miseria e nell’infermità; e nel punto che l’anima sua, perdonata e redenta, saliva al cielo, dalle sue labbra uscirono queste parole: «Santa, Signore! Santa!»
Teresa aveva gli occhi bagnati di pianto, dalla commozione; ma il libretto non era finito. L’ultimo capitolo narrava i nuovi e più grandi e più chiari esempii di carità e santità che la Beata aveva dati dopo la morte del marito; da ultimo narrava la morte di lei e i suoi miracoli. «Non era per anco spirata, che stormi d’augelletti scesero sul tetto della sua casa, posaronsi sul davanzale del suo verone, entrarono nella sua cameretta, quasi messaggeri celesti venuti ad incontrarne l’Anima bella. Soave profumo di rose e gelsomini e giacinti sprigionossi, come incenso, dal suo corpo; e un gran numero d’infermi che trassero a contemplarla l’ultima volta sul letto ferale guarirono miracolosamente soltanto per aver baciato il lembo della sua veste. Per prodigio divino, la spoglia terrena di questa Eletta salvossi dalla corruzione: dopo tanti secoli, il frale della Beata conserva ancora la freschezza ed il colore che aveva in vita, sì che pare che Essa sia assopita in un