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I Vicerè 547

ti tratterà bene... Ha già stabilito tutto con la zia... E il mio non sarà poi tuo?... E che?... Fingi di non sapere?... Perché mi guardi così?... Che hai?...

— Mamma... mamma...

Sempre più pallida come la madre veniva dicendo quelle parole, e più smarrita e più tremante, quasi vedesse una cosa di spavento, ella adesso portava una mano alla tempia ed afferrava con l’altra la mano della principessa.

— Mamma, no... io non credevo...

— Che cosa?... Figlia mia! Confidati a me!... Non credevi?... Ma io invece ero sicura... Veniva qui quasi ogni giorno!... Ebbene, lo sai adesso!... No?... Dici di no?... E perchè? Con qual motivo?... Tuo padre non bada a sacrifizi per assicurarti questo partito!... Trentamila onze, capisci?... Ti dà trentamila onze!... E Michele ne possiede quattro volte tante... E tu dici di no?... O perchè?...

— Perchè credevo.... non credevo.... che fosse lui....

— Chi dunque?... Un altro?... — E la principessa parve cercare; a un tratto, quasi rammentandosi: — Giovannino, forse? — soggiunse.

Lasciatasi cadere sopra una seggiola, Teresa nascose il volto tra le mani e scoppiò in pianto. Fin dal primo momento ella aveva sentito, col cuore stretto, che tutti i suoi rifiuti sarebbero stati invano; che se avevano deliberato di darla al primogenito, ella doveva a qualunque costo accettarlo; e le melate parole della madrigna che le diceva, giungendo le mani: «Se avessi saputo!... Perchè non hai parlato?... Adesso che tuo padre ha combinato ogni cosa!...» la confermavano in quella sconsolata fiducia, facevano raddoppiare il suo pianto.... Parlare? A chi, ed a che scopo? Se in quella casa non c’era confidenza, se tutti stavano in guerra, unicamente curanti del proprio tornaconto? Se l’avevano prima abituata a cedere in tutto e poi cullata nella fiducia che l’avrebbero fatta contenta? Poteva ella supporre che avrebbero scelto da loro, senza consultarla, e che