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I Vicerè 513

apposta dalla principessa per non mettere «l’esca accanto al fuoco,» prodigava grandi lodi: don Cono, il vecchio lavapiatti, le dava del «Bellini in gonne» ed anzi una volta esclamò: «Opino che al concerto bellico convenga appararle onde eseguirle in pubblico!» Il concerto bellico era la musica militare, che godeva la fama d’essere una delle migliori d’Italia. Teresa si schermì; la principessa, tra il piacere di far conoscere a tutti il talento di «mia figlia» e la repulsione per la pubblicità, non sapeva risolversi; il principe, poichè non ne andavan quattrini di mezzo, era del tutto indifferente; ma don Cono, incaponito nella sua idea, venne un giorno a dire che aveva già parlato al capobanda.

Il maestro venne al palazzo, in compagnia del lavapiatti; era un giovane così bello che pareva San Michele Arcangelo: bruno di capelli, biondo di baffi, roseo di carnagione. La principessa, appena lo vide, cominciò a torcere il muso e a far segni a don Cono per dirgli che non s’aspettava da lui quella parte: condurle in casa un tipo simile?... Intanto il maestro eseguiva al pianoforte le composizioni della signorina, con un colorito, un’espressione, un’anima da renderle irriconoscibili alla stessa autrice; e ad ogni pezzo le esprimeva una crescente ammirazione, e quando non ce ne furono più, disse che non sceglieva perchè erano uno più bello dell’altro: non potendoli prender tutti, lasciava che la stessa «principessa» scegliesse. Teresa gli diede Storia mesta; ma quando, finito di cavar la partitura, una settimana dopo, il maestro si presentò al portone del palazzo, per far vedere il suo lavoro, il portiere disse che i padroni non ricevevano.

— Condurmi in casa quel tipo? Non m’aspettavo un simile tiro da voi! Si vede bene che non avete figliuole! — aveva detto donna Graziella al vecchio lavapiatti, non riuscendo a darsi pace; ma ella esagerava, come in ogni cosa: la principessina di Francalanza poteva forse gettare gli occhi sopra un capobanda?

Storia mesta fu eseguita una domenica, alla Marina,