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476 | I Vicerè |
cavaliere tentava almeno di dimostrare la bontà della speculazione: ma la zitellona non gli dava quartiere: guadagnare con la carta sporca? Per chi mai la carta sporca ha avuto valore, fuorchè pei pizzicagnoli? E chi avrebbe comprato un libro di lui? Si sarebbero messi a ridere, come rideva lei! Le firme? Le avevano poste per levarselo di torno! Bisognava vedere quanti avrebbero poi pagato!...
— Almeno, mi presti qualche centinaio di lire?
— No, perchè non me le restituiresti.
E ogni altra insistenza fu inutile.
Andato a ripetere il tentativo dalla nipote Chiara, don Eugenio non potè neppure vederla: la cameriera gli disse che il marchese era fuori e la marchesa chiusa in camera col dolor di capo.
— Digli che c’è suo zio.
— Vostra Eccellenza scusi; ma quando ha il dolor di capo, nessuno può parlare alla signora marchesa.
E facendo il cavaliere un atto d’impazienza, la donna mormorò, guardandosi attorno:
— Eccellenza, c’è guai!
— Che guai?
"La marchesa.... ma signor cavaliere, per carità, non mi faccia perdere il pane!... Pazza pel marito, è vero, Eccellenza? Tutt’una cosa; quello che voleva il signor marchese era legge per lei.... Nè il padrone ne abusava: d’amore e d’accordo in tutto e per tutto.... Adesso? Adesso non c’è più pace, per quel figlio di... chi so io! Un diavolo dell’inferno, Eccellenza; e la padrona, che non ci vede dagli occhi, dal tanto bene che gli vuole, lo lascia fare, lo difende contro il padrone.... Litigano tutti i giorni, perchè il signor marchese vorrebbe correggerlo, insegnargli l’educazione, obbligarlo a studiare; e invece la nipote di Vostra Eccellenza se la prende col padrone perchè gli maltratta il ragazzo.... Ieri vennero alle grosse; non si parlano da ventiquattr’ore.... Il signor marchese è uscito di casa all’alba.... chi sa se torna!
E, per quanto insistesse, don Eugenio non potè per-