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principe: piuttosto che dare ad altri i registri dei conti o le chiavi della cassa, si lascerebbe tagliare tutt’e due le mani!... Alla principessa il signorino non vuol bene come una madre, questo è vero: madre però ce n’è una sola: dico bene, Cavaliere? La madrigna, basta che la rispetti; e rispettarla, la rispetta...» La ragione vera del dissenso era pertanto un’altra: che il signor principe non voleva metter fuori quattrini, e il principino invece spendeva da signore... Perciò il signorino aveva firmato qualche cambialetta; e ogni volta che i creditori ne presentavano una al signor principe, pareva, Dio ne scampi e liberi tutti quanti, che gli pigliasse un accidente secco. E voleva perfino farlo arrestare, come se una cosa simile potesse dirsi per puro semplice scherzo, in casa Francalanza!

Fatto un gesto d’indignazione, Pasqualino prese un’altra seggiola nel bugigattolo, e sedette accanto al cavaliere, il quale, scrollando gravemente il capo, trasse di tasca mezzo sigaro spento e chiese un cerino al cocchiere. «Allora, Vostra Eccellenza permette?...» E accesa la sua pipa riprese il filo del discorso. Per chi dunque aveva ammassato tante ricchezze, il signor principe? Per sè stesso, no; giacchè non ne godeva; per la figlia, neppure; perchè, una volta maritata, la signorina Teresa avrebbe preso la sua dote e buona notte; dunque, pel figlio! Allora, perchè tenerlo a corto di quattrini? Un giovanotto come il principino di Mirabella aveva bisogno di tante cose; doveva, per necessità, far tante spese!... Il padrone non capiva questo, lui che, giovane, era vissuto da monaco. «Ma siamo tutti fatti ad un modo?» E poi, i tempi erano mutati: i signori dovevano spendere, se volevano essere considerati; se no, il primo ciabattino arricchito si reputava da più di loro!... E nel rammarico di non poter più guadagnare come un tempo sulle spese intime del padroncino, Pasqualino qualificava arditamente di porcherie le lesinerie del principe: diceva che per una lira colui avrebbe rinnegato il figliuolo; lasciava intendere, per trarre dalla sua il