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I Vicerè 425


— La mia famiglia m’ha fatto un tradimento. Questo marito non faceva per me: me l’hanno dato per forza.... sono stata sacrificata!...

Poi denigrava in altro modo Giulente, metteva in ridicolo il suo patriottismo, lo attribuiva all’ambizione o lo negava del tutto.

— Cotesto sciocco ha fatto il liberale per essere qualche cosa. Ma non è divenuto niente, ed ha fatto meno che niente. Il ferito del Volturno? Guardategli la coscia: l’ha più sana delle mie!

Diceva spesso cose più enormi, senza pudore, un poco perchè non ne comprendeva la sconvenienza, un poco perchè credeva le fosse lecito tutto. Non si levava mai prima di mezzogiorno, e per due buone ore restava discinta, con una gonna sulla camicia, il collo e le braccia nude, i piedi nudi, nelle pantofole; si mostrava così al cameriere ed al cuoco, era capace di ricevere anche qualche visita; e se Benedetto, presente, esclamava, giungendo le mani: «Ma Lucrezia? Per carità!...» ella lo guardava stupita, spalancando tanto d’occhi: «Che c’è? Sono visite di confidenza! Ho da mettermi gli abiti da ballo? Quelli che m’hai fatto venire da Parigi?...» E se egli le diceva di ordinarli pure, di spendere tutto quel che voleva, ella si stringeva nelle spalle: «Io? A che pro? Per qual Santo? Non vado più da nessuna parte, non conosco più nessuno della mia società! Risparmia, risparmia i tuoi quattrini!...»

Messo con le spalle al muro, egli perdeva talvolta la pazienza; allora ella minacciava d’andarsene via.

— Ah, la prendi su questo tono? Bada che ti pianto!... Non mi far saltare il ticchio d’andar via, perchè altrimenti non mi tratterrai neppur con gli argani!... Sai come siamo noi Uzeda, quando ci mettiamo una cosa in testa! Raimondo ha posto il mondo sottosopra per piantar sua moglie e prenderne un’altra! Giacomo aveva giurato di sposar Graziella, ed ha fatto morire quella disgraziata prima del tempo....

— Taci!... Che dici!...