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I Vicerè 411

e la principessa pareva diventata un pozzo, tanta ne sciupava, tra per lavarsi ogni ora, in quelle stanze dai pavimenti e dai muri unti e dagli usci luridi, la cui sola vista le metteva i brividi; tra per la sete che la divorava. I dolori di viscere non la lasciavano più; a momenti pareva che avesse i crampi del colera; tanto che il duca, atterrito, pensava di scapparsene più lontano; ma la paura di lui era fuor di luogo: quei dolori, quelle disposizioni al vomito, la principessa li soffriva da più di un anno, non con l’intensità di adesso, è vero, ma con lo stesso carattere. Il principe, assicurando lo zio, gli manifestava altri timori:

— Margherita non ha voluto mai chiamare un dottore.... ma io ho una gran paura.... m’hanno detto che forse ha un cancro allo stomaco....

Ma il duca non gli dava retta; per adesso, aveva da pensare alla propria pelle, perchè il colera poteva scoppiare da un momento all’altro alla Viagrande, anzi qualche allarme c’era già stato.

— Andiamo via!... — insisteva; — andiamo più lontano, al Milo, a Cassone, sulla montagna.... — e quando finalmente il primo caso fu accertato in paese, mentre tutti ripetevano: — Andiamo via.... scappiamo più lontano.... — egli aveva la cacajola, dalla paura.

Questa volta le difficoltà per trovare una casa erano ancora più grandi. Il duca andò a cercarla dalle parti del Milo. Il principe si preparò a partire per Cassone.

— Vuoi venire anche tu? — ripetè alla moglie.

Ella aveva passato una notte orribile, senza sonno, tormentata dalla nausea e dal vomito; s’era levata a stento, pallida e disfatta così, che Chiara disse:

— No, lasciala.... verrà quando avrai trovato la casa....

Le stesse cameriere dissero che non era prudente esporla al disagio della ricerca, che meglio le conveniva partire quando si sapeva dove condurla; ma la cugina Graziella fu di contrario parere, udendo che i casi si moltiplicavano rapidamente nel villaggio.

— Io direi invece di allontanarla subito.... nelle sue