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I Vicerè 39

della corriera giusto nel momento che questa arrestavasi e che il padrone saltava giù.

― Chi c’è? ― domandò il contino, troncando con voce breve le cerimonie di Baldassarre e mostrando le carrozze allineate nella corte.

― Visite pel signor principe, Eccellenza.... ― e subito il maestro di casa prese l’aspetto grave e triste conveniente alla circostanza luttuosa.

Il conte s’avviò per lo scalone senza curarsi della moglie nè del bagaglio. Baldassarre, a capo chino, offerse il gomito alla signora contessa, ma ella smontò senza appoggiarsi. «Più bella che mai!» giudicavan le donne che le si appressavano rispettosamente, «quantunque un po’ dimagrata, in verità...» La moglie del portinaio osservò anche: «Pare più afflitta lei del contino...» E con che dolce voce pregava che portassero su le valigie e i sacchi da notte, e rispondeva al: «Benvenuta, Eccellenza!» dei servi, informandosi della loro salute, domandando a Giuseppe se il suo bambino stava bene e a donna Mena se la sua figliuola s’era maritata!....

Su, nelle anticamere, il principe e Lucrezia vennero incontro al fratello ed alla cognata. Raimondo si lasciò baciare dalla sorella, e stretta la mano che Giacomo gli tendeva, entrò nella Sala Gialla, zeppa di gente al pari della Rossa, poichè, tolto il divieto di lasciar salire i soli prossimi parenti, ora i cugini in quarto e in quinto grado, gli affini, gli amici venivano in processione a condolersi della gran disgrazia. Tutti, all’apparire della contessa Matilde, si levarono, ad eccezione di don Blasco e di donna Ferdinanda. Quest’ultima, quando la nipote le baciò la mano, borbottò un: «Ti saluto» freddo freddo; quanto a don Blasco, non le rispose neppure. Egli vociava, gesticolando:

― Vogliono il resto? Ah, vogliono il resto? Se vogliono il resto, non hanno da far altro che chiederlo!...

L’incontro del Priore con Raimondo fu osservato da tutti: il Priore che stava seduto accanto a monsignor