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I Vicerè 391

questi arlecchini finti principi.... Forse temevano che io li rubassi, eh? Che io m’arricchissi a spese loro?... Lo disse una volta, quel maiale del monaco: vi pare che non l’abbia risaputo?... Io che ci ho rimesso di sacca mia! perché se trovavano un centesimo mancante gridavano un mese durante!... Casa munifica, in verità, da poterci fare il nido!... — E spalancando gli armadii e le cassette riprendeva: — Qui!... Prendete, vi consegno ogni cosa!... Venite a guardare sotto il letto, se c’è il cantero!... Frugatemi addosso, se gli porto via qualche cosa.... A voi, chiappate: sono le chiavi delle casse e degli armadii; ditegli che se le.... — E le lasciò correre per terra. A un tratto, vide, nell’armadio spalancato, appesa a un uncino di rame dorato, quella della bara della principessa, l’unico regalo fattogli dalla defunta oltre le vecchie tabacchiere, dopo quasi trent’anni di servizii prestati alla madre ed al figlio. Afferrarla e scaraventarla contro il muro, fu tutt’uno.

— E questa con l’altre.... — gridò, con una mala parola da far arrossire la morta, laggiù, nelle catacombe dei Cappuccini.


VI.


Per la via polverosa, sotto il cielo di fuoco, un’interminabile fila di carri colmi di masserizie: stridevano le ruote, tintinnavano i sonagli, e i carrettieri seduti sulle stanghe o appollaiati in cima al carico, voltavano tratto tratto il capo, se uno scalpitar più frequente e un più vivace scampanellìo di sonagliere annunziava il passaggio di qualche carrozza. Allora la fila dei carri serravasi sulla destra della via, e il legno passava, tra una nugola di polvere e lo schioccar delle fruste, mentre le facce spaventate di fuggenti mostravansi un attimo agli sportelli.

«Il castigo di Dio!... Tutta colpa dei nostri peccati!... Eran più di dieci anni che vivevamo tranquilli! As-