Pagina:I Vicerè.djvu/246

244 I Vicerè


— Come si sente? domandò il Fratello, premurosamente.

— Bene.... Che è successo? Che ora è?

— Spunta adesso il sole!... Ci ha fatto una bella paura!... Non si rammenta?...

Allora, confusamente, egli ripensò ai sigari, alla nausea, alla denunzia. Era dunque passata tutta una notte?... E Giovannino?

— Anche lui!... Adesso sta meglio.... Il maestro ha frugato in tutte le camere, sotto i letti.... ha trovato tante bandiere.... Sua Paternità se l’è presa con me.... So molto, io, di queste diavolerie!...

I congiurati, vistisi scoperti, erano disperati, non comprendendo donde venisse il colpo. Ma Giovannino, ristabilito anche lui, s’alzava in quel momento e passava tra i compagni costernati:

— Com’è stato?... Sei stato tu?...

— Io?... Ah, quel giuda di mio cugino!... — E il sangue gli montò al viso con un impeto selvaggio di collera, da vero «figlio del pazzo» — Aspetta! Aspetta!

Appostati in attesa che Consalvo uscisse, lo circondarono nel giardino; Giovannino gli si fece incontro, domandandogli:

— Sei stato tu, pezzo di sbirro, che hai detto al Maestro?...

Consalvo capì. Pallido e tremante, cominciò a protestare:

— Maria Santissima!... Il Maestro... Non sono stato....

Ma il cerchio gli si strinse intorno:

— Negalo, anche!... Hai coraggio solo per mentire, sbirro schifoso? pazzo di boia?

— Vi giuro....

— Ah, spia fetente!... — e il primo pugno gli piovve sulle spalle. Tutti gli furono addosso, ed egli cominciò a gridare; ma nessuno poteva udir le sue grida, perchè, a un tratto, a quell’ora insolita, tutte le campane di San Nicola si misero a stormeggiare formando un concerto