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200 | I Vicerè |
cagnesco, la martoriavano nelle sue bambine, quasi ella avesse loro portato via qualcosa....
Raimondo, in verità, non mostravasi per nulla crucciato dei disegni di matrimonio; ma ricominciava a trascurarla, scappava via subito dopo colazione, tornava al finire del desinare per andar fuori un’altra volta fino a notte tarda. A veder maltrattate le sue figlie, Matilde sentiva le lacrime salirle agli occhi; si chiudeva in camera con Teresina, la scongiurava di star buona, si studiava di trattenerla quanto più a lungo era possibile perchè non tornasse di là; nè quando Raimondo rincasava ella accusava i parenti di lui, per evitargli un dispiacere, perchè non dicessero che veniva a seminar zizzania in famiglia: lo pregava soltanto di non lasciarla sempre sola.... L’ostilità degli Uzeda verso di lei, i rimproveri e gli scherni rivolti alle sue bambine, tutto le sarebbe parso nulla, se la gelosia non fosse tornata a roderla. Egli aveva ripreso a corteggiare la Fersa, andava a trovarla in casa, tutte le domeniche in chiesa s’incontravano alla stessa messa: ed ella non poteva più pregare, vedendosi dinanzi costei, comprendendo che egli non l’aveva dimenticata, che era di nuovo sedotto dalla sua eleganza, dalla languidezza dei suoi atteggiamenti, dai gesti studiatamente graziosi coi quali portavasi il fazzoletto profumato alle labbra, o agitava il ventaglio di piume, guardandosi attorno, o chinava il capo sul libro delle preghiere senza voltarne mai una pagina!... In chiesa! nella casa di Dio!... Ella non poteva comprendere quella commedia, le pareva un continuo, enorme sacrilegio. E a San Nicola, per la cerimonie della Passione, era venuta con abiti di gala, come ad un allegro spettacolo, facendo voltar la gente con la sconvenienza del suo contegno!... Perchè dunque Raimondo doveva metterle vicino costei, far notare anche lui alla gente un’assiduità che già dava argomento a mormorazioni?... Il giorno di Pasqua, piangendo di dolore e di tenerezza, ella s’era confessata con suo marito, al capezzale di quell’innocente: «Per questo giorno