Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
18 | I Vicerè |
— Eccellenza, — gli disse, — venga ad abbracciare sua sorella.... Lodovico le bacerà la mano.... — egli le voltò le spalle, esclamando forte, in modo che lo udirono sino nella corte:
— Non facciamo pulcinellate.
Donna Graziella si strinse nelle spalle, con un gesto di rassegnazione dolente.
E il monaco, scorto il marchese che era tornato con la moglie dalla badia, l’andò ad afferrare per un braccio e lo trascinò nella Galleria dei ritratti:
— Che stai a far qui?... Perchè non parti?... Quell’altro è scappato....
— Per far che cosa, Eccellenza?
— E sarai sempre minchione?.... Quell’altro è scappato! A quest’ora fa scomparire ogni cosa!...
— Eccellenza!... — protestò il nipote, scandalizzato.
Don Blasco lo guardò nel bianco degli occhi, quasi volesse mangiarselo. Ma, come passava in fretta e in furia Baldassarre, girò sui tacchi, tonando:
— Ah, no? E andate un poco a farvi friggere, tutti quanti!...
Finito di dar ordini alla servitù, Baldassarre aveva adesso un altro gran da fare, poichè cominciavano a venire ambasciate dei parenti più lontani, degli amici, dei conoscenti che mandavano ad esprimere le loro condoglianze e a prender notizie dei superstiti. Il maestro di casa riceveva nell’anticamera dell’amministrazione le persone di riguardo, lasciando al portinaio i servitori; ma parecchi fra questi portavano i regali funebri: vassoi pieni di dolci, di forme di marmellata o di cioccolata, di frutta candite, di pan di Spagna, di bottiglie di moscato o di rosolio, e allora Baldassarre si faceva in quattro per riporre quella roba, e annunziare i doni ai padroni, e ringraziare i donatori, e dare udienza ai sopravvenienti. La cugina Graziella, con le chiavi delle credenze alla cintola, faceva da padrona di casa, per ri-