al fianco di Raimondo, sia pure in altri luoghi, l’ineffabile felicità domestica provata da fanciulla; il giovane viziato dalle preferenze della madre e finalmente uscito dalla sua ferrea tutela, aspirava unicamente ai liberi piaceri mondani. E per questo, dicendo a sè stessa che egli aveva il diritto di divertirsi, che non faceva poi nulla di male, che i gusti delle persone sono naturalmente diversi, ella aveva represso il proprio dolore, si era persuasa del proprio torto. Quasi premio di questa sua rassegnazione, aveva finalmente provato le ineffabili gioie della maternità, e allora, come per incanto i tempi felici della luna di miele parve tornassero, tra perchè Raimondo divenne veramente migliore, tra perchè ella stessa, assorta in soavi pensieri, in cure minute, pose meno mente alla vita di lui. Al padre che la raggiunse in quell’occasione, ella potè mostrare un viso raggiante di gioia; felice con lei, il barone dimenticò interamente le piccole liti avute col genero, tornò a volergli bene come ai primi tempi.... Tutti aspettavano un maschio, tranne lei stessa che, se avesse osato contrastare i desiderii altrui e far differenze tra i figli, avrebbe preferita una bambina. Una bambina nacque infatti, e quando si trattò di battezzarla, quantunque ella e il padre avessero desiderato chiamarla come la loro cara perduta, riconobbero tuttavia la convenienza di darle il nome della principessa. Rammentava forse più la madre felice i trattamenti sgraziati della suocera e della parentela? Quell’angioletto venuto a ristringere il nodo che la univa a Raimondo, a dissipare le nubi che minacciavano il suo bel cielo, non parlava unicamente di pace e d’amore?... Ahimè! Più presto che non credesse ella s’era accorta del proprio inganno. Già da quando erano venuti a Firenze, la suocera non le aveva più scritto, nè risposto alle sue lettere, nè accennato a lei nelle lettere che mandava al figliuolo. Il silenzio continuò durante la gravidanza, e dopo il parto comprese anche la bambina. Quando Teresina fu svezzata, Raimondo deliberò di fare una corsa in Sicilia;