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I Vicerè 117

a rovistarle la camera; ma specialmente suo padre, sempre burbero, glie ne dava, alle volte, di quelle che radevano il pelo. Per questo, egli non se la diceva molto con lui, mentre invece non poteva stare lontano dalla mamma. Donna Ferdinanda, veramente, gli usava molte preferenze; ma nessuno come la principessa scusava i difetti del monello. Rabbrividendo, cadendo in convulsione se qualcuno le si metteva troppo dappresso, ella vinceva la manìa dell’isolamento soltanto per amore dei figli, si stringeva al petto e baciava furiosamente il suo Consalvo anche se questi non era troppo netto, e con tanto maggior impeto quando più si difendeva da ogni altro contatto. Da un pezzo, nata la sorellina Teresa, le carezze non erano tutte per lui; nondimeno, solo la principessa riusciva ad ottenere qualche cosa da Consalvo con le buone, per amore.

― Va’, va’ a vedere se il babbo è tornato....

Il principe Giacomo rientrava in quel momento. Aveva una ciera più aggrottata del solito, e neppure salutò, entrando; Lucrezia ammutolì, alla sua vista. Egli domandò se il duca era rincasato, e udendo che no, diede ordine che dessero in tavola appena arrivato lo zio. Poi se ne andò a chiudersi nel suo scrittoio col signor Marco. Consalvo restò un poco senza saper che fare, esitando tra il ritorno in cucina e una visita ai manovali. Invece, visto che la zia Lucrezia riprendeva a parlare con la mamma, salì nella camera di lei. Gli aveva proibito di entrarci perchè adesso ella studiava il disegno d’acquarello e non voleva toccate le sue cose, specialmente pel pericolo che scoprissero le lettere di Benedetto Giulente; invece, i pezzi di colore, i piattelli da stemperare, i pennelli, la gomma, facevano gola al ragazzo. E nessuna raccomandazione o minaccia serviva a Lucrezia; se reclamava, le toccavano soprammercato i rimproveri del fratello diventato intrattabile dopo la lettura del testamento; talchè il ragazzo, quando carpiva l’occasione, faceva man bassa in camera della zia. Salito dunque lassù, a quell’ora che era sicuro di non essere sorpreso, il principino