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Le scimmie alla pesca dei granchi 79

più quando vedevano avvicinarsi il mozzo, il quale recava loro grande numero di semi e anche dei vermi di terra e delle briciole di pane.

Un mattino però, anche il recinto cominciò a popolarsi. Il marinaio aveva osservato che delle scimmie si recavano di frequente verso la spiaggia, poco prima dello spuntare dell’alba, ma non era mai riuscito ad avvicinarle, nè a sapere che cosa andassero a fare in riva al mare.

Spinto dalla curiosità, decise di mettersi in agguato presso alcune scogliere, in compagnia del mozzo. Messisi d’accordo, un mattino s’alzarono prima ancora che gli astri cominciassero a impallidire, lasciando che il signor Albani dormisse saporitamente nella sua amaca.

Scesero la sponda in vicinanza della piccola baia e si nascosero dietro alcune scogliere, per attendere l’arrivo dei quadrumani.

— Vediamo che cosa vengono a fare, — disse il marinaio al mozzo.

— Che vengano a prendere un bagno? — chiese Piccolo Tonno.

— Io non ho mai veduto una scimmia in acqua e credo anzi che la temano come i gatti.

— Allora verranno a fare la cura dell’acqua marina. Tu sai che è un ottimo purgante.

— Sì, burlone.

— O che abbiano qualche canotto e si rechino a diporto sul mare?

— No, andranno a pescare, — disse il marinaio, ridendo.

— Non mi stupirei, Enrico. Hanno la manìa d’imitare ciò che fanno gli uomini.

— Taci! Eccole!

— Di già?

— Sta per spuntare l’alba. —

Le scimmie infatti giungevano. Erano dieci o dodici, alte dai quaranta ai cinquanta centimetri, col pelame scuro e rassomigliavano ai semnopitechi.