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Il naufragio della giunca 241

— Pare che le onde abbiano portato via i cinesi, — rispose il marinaio. — Non odo alcuna voce.

— E la giunca?...

— Il mare ha spazzato via tutti i rottami. —

Percorsero tutta la scogliera, tenendosi strettamente per mano per meglio resistere alla furia dei marosi, visitarono tutti i crepacci, tutte le spaccature, ma non trovarono alcun altro naufrago.

— Il mare li ha inghiottiti, — disse il marinaio. — È inutile prolungare le nostre ricerche con questi colpi d’acqua che minacciano di trascinarci via.

— Disgraziati! — mormorò Albani. — Orsù, ritorniamo. —

Il maltese e il mozzo, sbarcati i naufraghi presso la caverna, avevano riattraversato il canale e li aspettavano sotto la scogliera. S’affrettarono a raggiungerli e si fecero condurre sulla spiaggia.

— Pensiamo ai naufraghi, ora, — disse il veneziano. — Tu, Marino, va a tagliare una nuova bracciata di giunta-wan per asciugarci un po’. —


Capitolo XXXIV


I tagali


I naufraghi si erano rannicchiati dinanzi ai tizzoni, gli uni stretti addosso agli altri, per asciugarsi le vesti grondanti d’acqua.

Come si disse erano cinque: tre ragazze, un giovinotto e un vecchio.

Erano tutti tagali, abitanti che popolano l’Arcipelago delle isole Filippine. Questa razza è una delle più belle, delle più intraprendenti, delle più industriose e delle più gagliarde dei mari della Cina.

La loro carnagione non è olivastra come quella dei Ma-