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134 | Capitolo ventesimo |
lesia, dell’Indo-Cina e anche dell’India meridionale lo usano. Vuoi provarlo?...
— Ma sapete prepararlo?... Ah, se potessi averne, vorrei provare.
— Allora seguimi. Dedicheremo questa mezza giornata a preparare il siri. —
Il veneziano condusse il marinaio, il quale era ormai perfettamente guarito, nella foresta e si arrestò sotto una bella palma colle foglie disposte a ventaglio, dal cui centro pendevano dei grappoli di noci di colore oscuro.
— Che cos’è questa pianta? — chiese il marinaio.
— Una palma pinang e quelle noci sono le areca adoperate nella composizione del siri. —
Abbracciò la palma e la scosse vigorosamente, facendone cadere una pioggia di noci già ben mature.
Stava raccogliendole, quando girando gli sguardi scorse un arbusto rampicante avviticchiato a una giovane pianta gommifera.
— To’! — esclamò. — Senza tante ricerche abbiamo già sottomano le foglie aromatiche del betel.
— Dove sono? — chiese il marinaio.
— Va a raccogliere alcune foglie di quella pianta arrampicante. Ora non ci occorre che un po’ del succo amaro e astringente del gambir. Se ben ricordo, devo aver veduto delle piante presso quella macchia di alberi e...
— Che cosa?... —
Il veneziano non rispose: colla testa alzata guardava con vivo interesse alcune piante di alto fusto e di aspetto maestoso, che prima non aveva vedute.
— Ebbene, signore? — chiese il marinaio, sorpreso di non ricevere risposta.
— Enrico, abbiamo fatto un’altra scoperta straordinaria, — disse Albani. — Ora non ci mancheranno più nemmeno le candele.
— Le candele!...
— Sì, Enrico. La stagione delle piogge non è lontana, e