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106 | Capitolo sedicesimo |
più astute di quello che si crede e non si misurano con degli animali che possono disputare a loro la vittoria. Se la prendono colle antilopi, colle scimmie, coi tapiri, coi babirussa perchè sanno che non possono difendersi, o cogli animali domestici, ma sfuggono gli altri. Non osano nemmeno assalire i bufali, perchè sanno per esperienza che quei grossi ruminanti posseggono delle corna acute e non indietreggiano.
— Pure assalgono gli uomini. —
— Sì, ma quando sono vecchie.
— Oh!... Questa è strana!... — esclamò il mozzo.
— Te lo dissi già, le tigri sono molto furbe. Sapendo che gli uomini posseggono delle armi, finchè sono giovani e agili e hanno lo slancio necessario per piombare sugli animali della foresta, lasciano in pace gli uomini. Talvolta però, spinte dalla fame, fanno delle vittime umane, ma preferiscono gli uomini di colore e possibilmente le donne e i fanciulli, conoscendo già la potenza delle armi da fuoco degli uomini bianchi. Quando cominciano a diventar vecchie lasciano le foreste, e vanno a nascondersi in vicinanza dei villaggi e specialmente nei pressi delle fonti, ove sanno che le donne si recano a prendere acqua, e cominciano le stragi.
Pare però che la carne umana sia un cattivo nutrimento per le tigri, poichè diventano brutte, rognose e perdono il pelo. Si direbbe che diventino lebbrose come gli antropofagi della Polinesia.
— E non si possono ammaestrare le tigri?...
— Sì e molti rajah indiani ne tengono libere nei loro palazzi, ma sono sempre pericolose.
— Si potrebbero abituare a non mangiare mai carne?
— Hanno provato anche ciò, ma privandole della carne diventano brutte e spelate come quelle che mangiano vittime umane.
— Non saremo certamente noi che cercheremo di addomesticare le tigri....