210Volteggiate sui piè rapidi, come
Gorgo marino dove latra Scilla
Ed insidia Cariddi. E tal per tutta
L’immensità dei cieli era il tumulto
Della memore festa e in tutti i cuori 215Tanta la gioia, che recenti avresti
La vittoria creduta, e i superati
Perigli, e il dubbio, per la sua grandezza,
Dello stesso trionfo. Avea sembianza
Il ciel di non mai visto immensurato 220Industre formicaio allor che versasi,
Versasi degl’insetti il nero esercito
E si fiuta, si mesce, e fitto brulica
Al sol di luglio, e vuota i sotterranei
Covi, e le larve attanagliate provvido 225Reca all’aperto e ferve attorno l’opera.
Raccolte l’ali di una quercia al sommo
Che dell’annosa sua cervice estolle
Su di ogn’altra l’onor, sdegnosamente
Fissava i lampeggianti occhi Belzèbo 230Sulla reggia lontana e dal commosso
Petto, sfrenando alla parola il volo,