Notte incombesse sulla terra. Intanto
Alle vetrine ove d’impresse carte 145L’almo tesoro si ministra, un’altra
Folla plaudente s’accalcava; e quando,
Deposto il prezzo delle quattro lire
Sulla mano venal del bibliopòla,
La gente si partia grave del pondo 150Della novella Apocalisse, gli occhi
Spremeano stille di contento e il core
Superbamente le gonfiava in petto.
Fuggíano allora come stuol di corvi
Malaurosi, crocidanti i vili 155Cantastorie di Armando e di Maria,
E quei che primo balbettò scomposte Strofe al ribelle Satana (carboni
Già del rapisardèo fuoco alla vampa
Mutati in limpidissimi diamanti) 160E quanti in riva dell’Olona, al verso
Che rilutta impotenti, in sulle carte
Versano d’immoral prosa il veleno
Alle caste donzelle ed alle spose;
Tutti sparir. Così nel greve autunno