Possenti corde dal chiomato figlio 100Dell’Etna, tenterò liberi suoni.
Batterò sull’incude epica, dove
I suoi strali foggiò la catanese
Satanica Callïope i minori
Umili canti miei, propizíando 105Con sacro rito all’immortal poeta,
Onde dell’ombra sua qualche a me scenda
Debole raggio che sariami eterno
Nimbo fulgente sulla giovin testa.
In pace lascerò voi, del flebeo 110Harem custodi; d’inveir coi morti
Non si piace la Musa. Ancor di troppo
Onor vi fece immeritato segno Il cantor di Lucifero. Perdura
Sempre negli echi della terra il fischio 115Dell’apollineo suo staffil stridente
Sulle natiche sozze e sulle guancie
Incartapecorite ond’era un giorno
Funestato il gentil campo dell’Arte,
Noiosissimo gregge. Or basta l’eco 120Del cadenzato con maestra vice