10Abitatori di lassù. La terra
Più templi non avea; salmi e preghiere
Per l’äer lento non salian siccome
Spire di fumo di annerita gola
Di operoso camin, quando ai capaci 15Paiuoli sottopon aride foglie
Di sacra quercia e ben spaccati tronchi
La vigile massaia e il fuoco induce,
Mentre dai campi coi sudati arnesi
Riede il colono e da lontano odora 20Avido l’aglio della sua minestra.
Non più salmi nè preci. Le mortali
Menti non incombea sinistramente
Fra tuoni e lampi il pavido terrore
Di onnipossente forza. Era la legge 25Ispiratrice di ogni cor. Vestito
Della luce del Ver spuntava il sole
Dai sorrisi orizzonti e il precedea,
Insieme all’Alba e alla rosata Aurora,
Stuol di gioconde deità; la Pace 30Dal niveo peplo abbandonato ai venti;
La timida Innocenza il crin ricinto
Di candidetti gigli e di odorosi