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456 I Nibelunghi

175Per la sorella mia, donna Kriemhilde.
Oh sì! voi le sarete i benvenuti.
     E Giselhèr li addusse ove la donna
Ei ritrovò. Degli Unni de la terra
Di gran core ella vide i messaggieri,
180E con atto gentil, per quella sua
Anima ricca di virtù, lor fece
Anche un saluto. In cortese atto e dolce
Le diêr l’annunzio i messaggieri. A voi
Offre la donna mia, Swemmelin disse,
185Fede e servigi. Che potesse mai
Questo avvenir che più sovente ancora
Vi vedess’ella, deh! credete, o donna,
Che di gaudio maggior nessuna cosa
Al mondo le sarìa! — Cotesto mai
190Non avverrà, rispose la regina.
Per quanto volentier la mia diletta
Figlia vedrei sovente, ella, ch’è sposa
Di nobile signore, ahi! troppo lungi
Da me si sta. Ma sempre e sempre ancora
195Ella viva felice e la persona
D’Ètzel con seco! E pria che ve n’andiate,