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394 I Nibelunghi

E degli uomini miei, nessuno avete,
Quei che vi offese dovrà sempre grave
655Portar pena di ciò. — Così addolcita
L’anima fu di quella donna. Allora,
Voi mi giurate un sacramento, disse,
Che, se qualcun mi fea non giusta cosa,
Quei che il mio duol vendicherà primiero,
660Sarete voi. — Disse il margravio: O donna,
Io qui son pronto a ciò. — Con tutti i suoi
Rüedgero allor fe’ sacramento, lei
Con tutta fede di servir mai sempre,
Giurò che i valorosi, incliti in quella
665D’Ètzel contrada, diniegato a lei
Nulla avrìano mai più di ciò chiedere
Parea suo grado. E di Rüedgèr la mano
Cotesto le affermò. Quella frattanto,
Forte in sua fè, così pensava: Amici
670Poiché cotanti m’acquistai, la gente
Lascierò dir ciò che più vuole, io, donna
Ricca d’ambascia. E che? se per tal foggia
Vendicata sarà del mio diletto
Sposo la vita? — Ella pensava ancora: