Ir lasciate il leon, maestro, disse 230Volkero allor, valente cavaliero,
Ch’egli è di core inferocito. Sotto
A queste mani s’ei verrà, con sue
Mani egli avesse ancor la gente tutta
Del mondo uccisa, gli darò tal colpo 235Che di darne risposta in alcun tempo
Bisogno ei non avrà. — Forte d’assai
Crucciavasi per ciò l’alma di quello
Ch’è da Verona. Chè brandì lo scudo,
Egli valente cavaliero ed agile, 240Wolfharto allora, e contro a quello, in guisa
Di leon fero, si cacciò. Seguìanlo
Rapidamente quegli amici suoi.
Ma, ben che vasti egli facesse a quella
Parete della sala i passi suoi, 245Il raggiunse a’ gradini della porta
Hildebrando l’antico. Ei non volea
Lasciar ch’ei gisse innanzi entro la pugna,
Ma tosto ei là trovâr da presso agli ospiti
Ciò che ognun disïò. Mastro Hildebrando 250Contro ad Hàgen balzava, e ad ambo in pugno