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I Nibelunghi 699

Me qui mandava principe Dietrico
120Appo voi, se la man d’alcun de’ vostri,
Come a noi si narrò, colpì di morte
Il nobile margravio. Oh! sopportare
Noi non potremmo il gravissimo duolo!
     Hàgene disse di Tronèga allora:
125Non menzognera è la novella. Oh! quanto
Volentieri vorrei, per quell’amore
Che a Rüedgero portai, che il messaggiero
Ingannato v’avesse e fosse in vita
Quegli pur anco! Ed ora in sempiterno
130Pianger dènno per lui uomini e donne.
     Ch’egli era morto come udìan davvero,
Il piansero gli eroi. Lor comandava
Cotesto l’amistà, sì che fûr viste
Di Dietrico agli eroi giù per la barba,
140Giù per il mento, scorrere le lagrime,
Chè grave doglia a lor si fece. Intanto
Sigestap, di Verona e duca e principe,
In tal guisa parlò: Nostro felice
Stato a suo fin toccò, quale ci fea,
145Del nostro affanno dopo i dì, Rüedgero!