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686 I Nibelunghi

Niuno adunque de’ miei lasciar vi piace
490Da voi non tocco! Ciò mi affligge assai
Da misura di là. Cotesto ancora
Riguardar non poss’io. Davver che vengono
A recar danno assai li vostri doni,
Se tanti già di questi amici miei
495Tolti m’avete. O prode ardito e illustre,
Deh! vi traete a questa parte, ch’io
I vostri doni a quel più alto prezzo
Vo’ meritar che m’è concesso ancora.
     Pria che giungesse il nobile margravio
500A lui da presso, splendidi d’assai
Dovean gli arnesi mutar tinta.1 Allora
L’un contro l’altro s’avventâr que’ due
D’onor bramosi, e incominciò a guardarsi
D’essi ciascuno dalle inferte piaghe.
     505Eran lor spade di tal guisa acute,
Che nulla incontro star potea. Colpìa
Rüedgero cavalier Gernòt allora

  1. Cioè tingersi di sangue.