Per sue castella e per la terra sua
Aver merto Rüedgero! — Ed a l’istante 230Che sua parola il suonator di giga
Così finìa, quell’inclito Rüedgero
Visto fu là, dinanzi dal palagio.
Quella buona sua targa egli deposta
Avea dinanzi a’ piedi or che agli amici 235Disdir servigi ed amistà dovea.
Verso la sala il nobile margravio
Questa voce mandava: Ora voi tutti
Vi difendete, o Nibelunghi arditi.
E v’era d’uopo aver di me l’aita; 240Or da mia forza vi guardate. Amici
Eramo in pria, ma dell’antica fede
Ora spogliar mi vo’. — A quell’annunzio
Fûr costernati gli uomini tapini,
Chè non ebbe un sol d’essi alcuna gioia 245Per ch’egli sì con tal, ch’eragli amico,
Or dovesse pugnar. Da’ lor nemici
Durato avean soverchio duolo assai.
Gunthèr prode dicea: Deh! voglia intanto
Iddio dal ciel che anche vêr noi si muova