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Ch’era ben grande la sua forza, e core
Il margravio1 ne assunse alto d’assai.
Ma Iringo gli dicea: Deh! amico mio,
185Sappiate voi che d’uopo è sì che tosto
L’armi alcuno mi cinga. E meglio assai
Tentar vogl’io se l’uomo oltracotante
M’è dato superar. — Giacea spezzato
Il pavese; un migliore ei ne raccolse.
190Rapidamente assai di miglior guisa
Fu armato il cavalier. Per l’odio suo
Forte d’assai recossi un’asta in pugno,
E là con essa egli volea di contro
Ad Hàgene restar. Ma il ricevea
195L’uom sanguinario con feroce aspetto.
Hàgene cavalier già non potea
Attenderlo, e con scuotere e colpire
D’armi in contro gli corse e de’ gradini
In sino al fondo. Grande il suo disdegno,
200E picciol frutto Iringo si toccava
Dalla sua forza. Ei di tal guisa i colpi
- ↑ Hawardo.