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602 I Nibeluunghi

Sì gli avventâr contro l’ampio suo scudo,
Che via di mano, per il peso grave,
Egli ’l dovè lasciar cadere. Allora
145Si pensâr quelli, poi che in man lo scudo
Più non avea, d’opprimerlo vicendo;
Ma deh! quante assestò traverso agli elmi
Profonde piaghe il valoroso! Molti
Ardimentosi innanzi a’ piedi suoi
150Dovettero cader. Però vi ottenne
Grande onore d’assai Dancwarto ardito.
     E quelli intanto contro a lui, da questa
E quella parte, s’avventâr; ma corse
Troppo presto davver d’essi qualcuno
155A la battaglia. Innanzi da’ nemici
Egli balzava come alla foresta
Un verro innanzi da’ segugi. Oh! come
Andar potea colui più ardimentoso?
Ma rinfrescato per il sangue e molle
160Per lui la via si fea. Di miglior guisa
Mai non potea gagliardo cavaliero
Co’ suoi nemici sostener la pugna
Ch’ei davvero non fe’. D’Ètzel fu visto