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588 I Nibelunghi

Feano a me, perch’io voglia incontro ai prodi
Starmi in battaglia. E poco assai ti onora,
Donna di prence nobile d’assai,
320La tua preghiera, perchè tu alla vita
De’ tuoi congiunti ordisca insidie. Ei vennero
Con tutta fede in questa terra. Intanto,
Mai non avrà per mano di Dietrico
Sifrido tuo la sua vendetta. — Allora
325Ch’ella così nel sire di Verona
Fede nessuna rinvenìa, promise
Ratto, a l’istante, in man di Bloedelino
L’ampia contrada che Nudungo un giorno
Ebbe in possesso. Ma poichè l’uccise
330Dancwarto, ei scordò poi l’offerto dono.
     Ella intanto dicea: Bloedelin sire,
Or tu m’aita. E sono in questa casa
Li miei nemici, quei che morto un giorno
M’hanno Sifrido, sposo mio diletto.
335A chi m’aita a vendicarlo, sempre
Devota mi terrò. — Sappiate, o donna,
Bloedelin rispondea, questo sappiate,