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I Nibelunghi 575

Portar in loco usberghi e per mantelli
Vasti pavesi e buoni, onde, se alcuno
35Con voi si cruccia, pronti alle difese
Voi qui siate davver. Deh! miei signori,
Molto diletti a me, deh! voi pur anco
Miei congiunti e famigli, al monastero
Con pronta voglia assai irne dovete
40E ridir sospirando a Dio possente
Vostre cure ed affanni. Or certamente
Sappiate voi che morte s’avvicina.
Nè v’è d’uopo scordar ciò che voi feste,
E v’è d’uopo dinanzi andare a Dio
45Con fervore d’assai. Di ciò vogl’io
Ammonirvi, gagliardi cavalieri.
Se Iddio dal ciel non toglie, un’altra messa
Voi non avrete più. — Così ne andavano
Al monastero i prenci e lor famigli.
     50Hàgene accorto dentro dal sagrato
Tutti li fe’ restar silenzïosi,
Perchè nessun si separasse. Nulla,
Ei si dicea, ben so che avvenir debba
Oggi per gli Unni a noi. Posate, amici,