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558 I Nibelunghi

     Or io vi seguirò, Hàgen dicea. —
Andavano però là ’ve gl’illustri
260Principi ritrovâr starsi alla corte
In tutta pompa d’apparati. Allora,
Ardito assai, Volkero a’ suoi signori
Ad alta voce a dire incominciava:
     E fino a quando qui starete, intanto
265Che vi lasciate da la folla opprimere?
Ir v’è d’uopo alla corte e intender quale
Intenzïon del prence sia. — Fûr visti
Accompagnarsi allora, arditi e buoni,
I cavalieri; e di Verona il prence
270Per mano si prendea Gunthèr possente
Della burgundia terra, ed Irnefrido
Prendea Gernòt, ardimentoso assai,
E fu visto Rüedgèr salire a corte
Con Giselhèr. Ma, di qual foggia mai
275Andassero accoppiati i cavalieri
A corte nel salire, in fino al tempo
Di lor morte, se togli un solo assalto,
Unqua non separârsi Hàgen, Volkero,
Indi nobili donne avean più tardi