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I Nibelunghi 535

     Poi che prence Dietrico a sè di contro
Vedea quelli avanzar, qui udir v’è d’uopo
Volentieri che disse ai figli d’Ute
Il cavaliero. E lor vïaggio a lui
35Era cagion d’affanno. Egli credea
Che ciò sapesse Rüedegero e a quelli
Detto l’avesse ancor. Voi benvenuti,
Disse, voi prenci, e Gunthero e Gislhero,
Ed Hàgene e Gernòt, Volkero insieme
40E Dancwarto l’ardito. E non è forse
Cotesto noto a voi? Piange Kriemhilde,
Assai piange l’eroe che de la terra
Era dei Nibelunghi. — E rispondea
Hàgene allora: Lungamente piangere
45Ella dovrà. Colpito a morte ei giace
Da molt’anni, e però degli Unni il sire
Amare ella dovrìa. Non fia che torni
Più mai Sifrido, chè sepolto ei giace
Da lungo tempo. — E principe Dietrico,
50Quei da Verona, così disse: Quelle
Piaghe lasciamo di Sifrido. Intanto
Che vive ancor donna Kriemhilde, assai