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504 I Nibelunghi

Ora ci è d’uopo ritornarci a dietro
Per questa via, lasciar che altri si fugga
Via cavalcando. E quei di sangue molli
190Sono davver. Deh! ritorniamci noi
A’ nostri amici. Di gran senno questo
Io vi consiglio. — E come quelli ancora
Al loco si rendean ’ve danno incolse,
Hàgene disse di Tronèga: Eroi,
195Sì v’è d’uopo guardar qual manca a noi
O chi perduto abbiam, qui, nella pugna,
Di Gelpfràt per lo sdegno. — Elli ne aveano
Quattro perduti di lor prodi, e questi
Elli piansero poi. Ma vendicati
200Erano i morti assai, chè di rincontro
Cento, o forse anche più, giaceano uccisi
Di quei del suol de’ Bavari, e le targhe
Degli eroi di Tronèga eran per tanto
Molli di sangue e rotte. Or, della bianca
205Luna splendore un cotal poco apparve
Tra le nubi, ma disse Hàgene intanto:
     Ciò che noi femmo qui, non dica alcuno
A’ prenci miei diletti. In fino all’alba