Ebbesi morte. — Con gran fretta intanto
Venìa verso la sponda il navalestro,
Ma forte s’adirò come non vide 290Chi ricordar già intese. Allor che scorse
Hàgene, al valoroso, in questa guisa,
Con gran cruccio d’assai, fe’ tal sermone:
Ben voi potete andar chiamato a nome
Almerico; ma, inver, da chi aspettavami, 295Dissomigliante siete voi. Fratello
E per padre e per madre erami quello.
Or, poichè m’ingannaste, a questa sponda
V’è d’uopo rimaner. — No, no, per Dio
Potente! gli gridava Hàgene allora. 300Armigero straniero io qui mi sono,
Altri guerrieri ho in cura. Or vi prendete
Amicamente esta mercede mia,
Perchè di là mi trapassate, ed io
Grato assai vi sarò. — Deh! che cotesto 305Mai non sarà! rispose il navalestro.
Han lor nemici i dolci miei signori,
E però non vogl’io straniera gente
In questa terra trapassar. Per quanto