Vogliono andar gli amici nostri. Iddio 15Voglia guardarli nell’onor! — Dicea
La nobile Ute ai figli suoi frattanto:
Qui v’è d’uopo restar, buoni campioni.
Sventura, in questa notte, dolorosa
Io sognai, come fosser tutti morti 20Gli augêi di questa terra. — Oh! chi la mente
Rivolge a’ sogni, Hàgen dicea, del vero
Nulla sa favellar, se ciò gli torni
Pienamente ad onor. Vogl’io che a corte,
Avutone l’assenso, il mio signore 25Vadasi, e volentier noi cavalcando
D’Ètzel andremo alle contrade. Allora
La man de’ buoni cavalieri il sire
Potrà servir, là ’ve potrem la festa
Di Kriemhilde ammirar. — Così al vïaggio 30Hàgene assenso dava; e n’ebbe poi
Il pentimento. Anche consiglio avverso
Dato egli avrìa, se con parole acerbe
Tocco Gernòt pria non l’avesse. Ei fece
Di Sifrido, dell’uom fece ricordo 35Di Kriemhilde regina, e così disse: