Fûr rese a lei, la giovane margravia,
Debite grazie. Gotelinde assai
La mente conoscea del suo signore,
Prence Rüedgero; e come accanto a lui 145La notte ella giacea, deh! con qual cura
Amorosa l’inchiese, a qual mai fine
Il suo signor degli Unni da la terra
Lui inviò! — Mia donna Gotelinde,
Egli rispose, volentier cotesto 150Vo’ farti noto. Or che d’Hèlche morìa
La persona leggiadra, al mio signore
Deggio altra sposa ricercar. Vogl’io
Andarne al Reno per Kriemhilde, e poi
Appo gli Unni ella sia nobil regina. 155Iddio voglia cotesto e ciò ne avvenga,
Gotelinde dicea, poi che di lei
Tante udiamo affermar virtudi elette!
Ne’ tardi nostri giorni, ella potrìa
Di quella che fu a me nobil signora, 160Noi risarcire. Anche potremmo noi
Volentieri adoprar ch’ella fra gli Unni
Porti corona. — O donna mia diletta,