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466 I Nibelunghi

Tôrli del sire.1 Wärbel messaggero
Al re così parlò: Re, mio signore,
I vostri doni, deh! soffrite voi
395Che restin qui, alla vostra terra. Noi
Recarli non possiam, chè ciò vietava
Il nostro re, perchè alcun dono mai
Non si prendesse. Anche il bisogno è scarso.2
     Ma del Reno il signor crucciato assai
400Era di tanto, ch’ei voleano i doni
Di sì gran prence ricusar. Quell’oro
E quelle vesti sue toglier fu d’uopo,
Perchè con seco le recasser poi
D’Ètzel a le contrade. E pria che andassero,
405Ute volean veder. Gislhèr leggiadro
Da Ute, madre sua, menava allora
Di giga i suonatori, e la regale
Donna a’ messi dicea che, se Kriemhilde

  1. Etzel.
  2. Etzel li aveva forniti di ogni cosa.