Hàgen andava e gli occhi suoi su gli ospiti 235Lasciava spazïar. Molto gli piacquero
E le vesti e i compagni; e molto invero
Di Borgogna nel suol parvergli strani.
Ei disse poi: Qualunque sia la terra
Donde vennero al Reno esti gagliardi, 240O son principi ei stessi ovver di prenci
Son messaggieri. I lor destrier son belli,
Buone d’assai le vesti lor. Ma d’alti
Sensi e gran core ei son, donde che vengano.
Hàgen ancor disse cotesto: Cosa 245Io dir vorrei quantunque il pro’ Sifrido
Io mai visto non abbia; e forse ancora,
Come ciò sta, creder vorrei che quello
Appunto ei sia che maestoso incede.
Novelle ei reca in questa terra. Un giorno 250I Nibelunghi ardimentosi uccise
La man di questo eroe, d’un re potente
Figli, Schilbungo e Nibelungo. Grandi
Meraviglie operò con sua gran forza
Sifrido allora. Poi che senza scorta 255Soletto cavalcò l’eroe gagliardo,