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24 I Nibelunghi

     Vènia gli concedean con molto affanno
Il prence e la sua donna, ed ei con molto
Amor li consolò. Pel mio desire
Pianger, dicea, voi non dovete. Sciolti
150Per la persona mia sempre da cura
Esser possiate voi! — Ma ciò fu doglia
A molti prodi e lagrimâr pur anco
Molte fanciulle, e cred’io sì che il core
Del ver lor favellò, perchè poi molti,
155Del giovinetto amici, in terra estrana
Giacquero estinti. Lagrimavan quelli
A ragione così, duol veritiero
Così a tutti incogliea. Nella mattina
Che settima spuntò, già su la sponda
160Arenosa di Worms i valorosi
Cavalcavano insieme. Ogni lor vesta
Era di fulgid’or, le bardature
Con molt’arte composte, e i palafreni
De’ compagni a Sifrido inclito e prode
165Camminavano placidi. Lor targhe
Ampie e lucenti erano nuove e gli elmi
Leggiadri assai, quando alla corte andava